Giovedì 13 febbraio, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha confermato la responsabilità della Sanofi Pasteur in un caso di sclerosi multipla dopo vaccinazione anti-epatite B.

La vicenda riguarda una donna francese nata nel 1972 che, durante la pratica della professione infermieristica, contrae nel 1993 la sclerosi multipla.

La donna ottenne dallo Stato francese un indennizzo di 656.803,83 euro e un vitalizio di 10.950 euro annui.

Successivamente, le sue condizione di salute peggiorarono e furono diagnosticati il morbo di Crohn nel 1999 e una grave malattia muscolare infiammatoria (polimiosite) nel 2004.

Nel 2005, decise di chiedere un ulteriore risarcimento alla Sanofi Pasteur con esito positivo dinanzi al Tribunale di Tolosa, in Appello e in Cassazione.

La Sanofi Pasteur, con il ricorso alla Corte Europea, chiedeva che fosse accertata la violazione dell’art.6 della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo da parte dello Stato francese per non aver considerato il termine di prescrizione decennale dal momento della vaccinazione (1993) alla richiesta di risarcimento (2005).

La Corte Europea ha rigettato la richiesta della Sanofi confermando la correttezza del giudizio svoltosi in Francia secondo il principio dell’ “equo processo”.

Nel caso trattato, infatti, i termini di prescrizioni erano stati interrotti dalle nuove patologie che avevano peggiorato le condizioni di salute della ricorrente e avevano determinato le condizioni per la richiesta di risarcimento danni alla Sanofi, aggiuntiva rispetto all’indennizzo già percepito.

 

 

 

 

Judgment Sanofi Pasteur v. France – claim for damages against the Sanofi Pasteur company